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Fondi strutturali e politica di coesione: le proposte 2014-2020

Il 6 ottobre 2011 la Commissione europea ha adottato un pacchetto di proposte di nuovi regolamenti relativi ai Fondi strutturali dell'Unione europea per il periodo di programmazione 2014-2020.

L'adozione dei nuovi regolamenti è strettamente legata al pacchetto di proposte che la Commissione stessa ha presentato nel giugno scorso in merito al quadro finanziario 2014-2020 e che sono attualmente in discussione.

La nuova programmazione della politica di coesione si propone di contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati dalla strategia delineata nel documento "Europa 2020" per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. Anche a tal fine, nella programmazione dei Fondi le singole regioni devono riservare una quota consistente delle risorse ad interventi che favoriscano l'efficienza energetica e l'uso di fonti rinnovabili, la realizzazione di progetti di ricerca e innovazione, la competitività delle piccole e medie imprese (l'obbligo vige per il 50% della dotazione finanziaria dei programmi delle regioni meno sviluppate e per l'80% con riferimento alle altre regioni).

Gli obiettivi "Convergenza" e "Competitività regionale ed occupazione" della programmazione 2007-2013 sono sostituiti dall'obiettivo "Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione", che trova applicazione su tutto il territorio dell'Unione europea, con un'articolazione delle risorse differenziata in relazione a tre differenti categorie di regioni:

- regioni meno sviluppate (con un PIL pro capite inferiore al 75% della media comunitaria);
- regioni in transizione (con un PIL pro capite compreso tra il 75% ed il 90% della media comunitaria);
- regioni più sviluppate (con un PIL pro capite superiore al 90% della media comunitaria).

Le risorse complessive disponibili per tutto il periodo ammontano - secondo la proposta della Commissione - a 336.020.492.848 euro; all'obiettivo "Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione" va il 96,52% delle risorse (324.320.492.844 euro), così suddivise:

- 50,13% (162.589.839.384 euro) per le regioni meno sviluppate;
- 12,01% (38.951.564.661 euro) per le regioni in transizione;
- 16,39% (53.142.922.017 euro) per le regioni più sviluppate;
- 21,19% (68.710.486.782 euro) per gli Stati ammessi all'intervento del Fondo di Coesione;
- 0,29% (952.680.000 euro) per i territori d'oltremare.

Subito dopo l'entrata in vigore del Regolamento la Commissione adotterà una decisione con la classificazione delle regioni per le tre categorie; per quanto riguarda il nostro Paese, l'ipotesi di articolazione vede confermate nella prima categoria (regioni meno sviluppate) quelle attualmente ammesse all'obiettivo "Convergenza" (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), nella seconda categoria l'Abruzzo, il Molise, la Basilicata e la Sardegna, mentre tutte le altre regioni sarebbero comprese tra quelle considerate più sviluppate.

Resta poi confermato l'obiettivo "Cooperazione territoriale europea", già presente nel precedente periodo di programmazione, con una proposta di dotazione di risorse pari al 3,48% dello stanziamento complessivo (11.700.000.004 euro).

Una delle novità più interessanti è costituita dall'adozione di un approccio integrato per fare fronte ai problemi locali, coordinando a tal fine la programmazione dei Fondi strutturali (FESR, FSE e Fondo di Coesione) con quella del FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) e del costituendo FEAMP (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca). L'intervento integrato di tutti i fondi viene infatti disciplinato dal regolamento generale dei Fondi.

Per quanto riguarda l'iter della programmazione, è previsto anzitutto che la Commissione adotti un Quadro Strategico Comune (QSC) nel quale tradurre in azioni chiave gli obiettivi della politica di coesione; sulla base di tale documento, ogni Stato membro presenterà un "Contratto di partenariato" nel quale verrà indicata la strategia di sviluppo territoriale da perseguire anche grazie all'intervento dei Fondi; unitamente a tale documento, gli Stati stessi presenteranno i programmi operativi riguardanti le diverse regioni e i programmi a gestione nazionale, per la necessaria approvazione da parte della Commissione europea.

Lo scadenzario predisposto dalla Commissione prevede l'adozione del Quadro Strategico Comune entro il prossimo mese di dicembre, quindi l'avvio di una consultazione pubblica su tale documento; tra il 2012 ed il 2013 è previsto l'accordo sulle prospettive finanziarie 2014-2020 e l'adozione dei regolamenti sui Fondi; a seguire, la presentazione del Contratto di partenariato e dei singoli programmi operativi, in modo che possano entrare nella fase operativa a partire dal 2014.

Il pacchetto di proposte comprende:

- una regolamentazione di portata globale che istituisce una serie di norme comuni per gestire il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FES), il Fondo di coesione, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP);
- tre regolamenti specifici per il FERS, il FSE e il Fondo di coesione;
- due regolamenti concernenti l’obiettivo cooperazione territoriale europea e il gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT);
- due regolamenti sul Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) e sul Programma per il cambiamento sociale e l’innovazione;
- una comunicazione sul Fondo di solidarietà dell’Unione europea (FSUE).

Le proposte sono consultabili sul sito della Commissione europea.

10 novembre 2011

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